Condivido l’appello oggi rivolto al Presidente del Consiglio e al Ministro Boschi da parte dei responsabili di Radicali Italiani e da alcuni dei nomi più importanti della storia radicale, a partire da Emma Bonino.
La loro richiesta di un disegno di legge – Referendum Act – che semplifichi la modalità di raccolta, autenticazione e certificazione delle firme dei cittadini nei procedimenti a sottoscrizione popolare, darebbe piena e immediata attuazione all’ampliamento degli spazi di partecipazione e al potenziamento degli strumenti di democrazia diretta previsti dai nuovi articoli 71 e 75 della Costituzione, che è uno degli aspetti più qualificanti ma ancora poco considerati della riforma che giungerà il 4 dicembre al voto degli elettori.
La riduzione del quorum per i referendum abrogativi alla metà più uno dei votanti alle ultime elezioni, e non più alla metà più uno degli aventi diritto al voto, rende nuovamente servibile un istituto che negli ultimi decenni, con una sola eccezione, è stato vanificato da strategie astensioniste.
L’obbligo di esame da parte del parlamento delle proposte di legge di iniziativa popolare rende finalmente istituzionale uno strumento fino ad oggi ridotto, con rarissime eccezioni, a mezzo di mera agitazione politica.
Se è logico pensare che il numero delle firme cresca, essendo nel frattempo cresciuto, dal 1948 ad oggi, di circa 20 milioni il numero degli elettori, non è obiettivamente ammissibile che il rapporto dei cittadini con la pubblica amministrazione, quando essi esercitano i propri diritti politici, rimanga di fatto quello del secondo dopoguerra, e non si ricorra a strumenti di digitalizzazione e decertificazione utilizzati in altri tipi di rapporto tra i cittadini e la PA.
Oggi gli oneri, gli adempimenti e i limiti imposti ai promotori di sottoscrizioni popolari rappresentano una limitazione obiettiva, anche se meramente materiale e burocratica, all’esercizio dei diritti politici dei cittadini.
Per questa ragione auspico che il Presidente del Consiglio e l’esecutivo possano dare positivo riscontro a questa richiesta, che è perfettamente coerente con il senso della riforma costituzionale e con l’impegno del Governo a semplificare e modernizzare i rapporti dei cittadini con la PA.
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