I referendum radicali sono una occasione unica per i giovani, condannati alla disoccupazione dalle leggi difese dal sindacato.
Dichiarazione di Benedetto Della Vedova, deputato europeo della Lista Bonino:
Senza sindacato e statuto dei lavoratori i giovani sarebbero pił deboli”, ha detto oggi il Presidente del Consiglio.
D’Alema gioca con le parole, ma i fatti gli danno clamorosamente torto, come i giovani italiani sanno bene. Secondo i dati Ocse, infatti, l’Italia ha l’incontrastabile primato della disoccupazione giovanile (tra i 15 e i 24 anni) con l’astronomica percentuale del 32,1, contro l’8,2 dell’Olanda, il 9,4 della Germania, il 10,4 degli Stati Uniti, il 12,3 della Gran Bretagna e il pur elevatissimo 25,4 della Francia. Se poi consideriamo la disoccupazione giovanile femminile, in Italia arriviamo ad un imbarazzante 37,2%.
Lo strapotere sindacale e le attuali leggi sul lavoro, quindi, penalizzano gravemente i giovani nei confronti dei coetanei degli altri paesi. La rigiditą del mercato del lavoro protegge oltre il ragionevole i lavoratori sindacalizzati di grandi aziende e pubblica amministrazione e condanna i giovani alla disoccupazione o, al meglio, al lavoro nero o super-precario.
I nostri referendum puntano a liberalizzare il mercato del lavoro demolendo le barriere che ne impediscono ai giovani l’ingresso. I giovani lo hanno capito, e lo hanno dimostrato votandoci in massa e firmando in centinaia di migliaia i nuovi quesiti radicali.
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