I nostri referendum offrono opportunità anche ai non tutelati dal sindacato conservatore.
Noi riteniamo che la richiesta avanzata prima da Salvi e poi da Castagnetti perché il Governo si costituisca in giudizio presso la Corte Costituzionale contro l’ammissibilità dei quesiti referendari, sia strumentale, faziosa e configuri un uso prepotente delle istituzioni. noi ci auguriamo che D’Alema conservi la neutralità del suo governo rispetto alla ammissibilità dei referendum e che quindi sia solo la Corte Costituzionale a decidere senza pressioni improprie se i quesiti debbano essere ammessi o no al voto dei cittadini.
Salvi e i popolari sono oggi la punta di lancia dello schieramento conservatore. In questi giorni abbiamo avuto degli schiaffi dall’OCSE e dalla Commissione Europea, schiaffi morali perché dai dati emerge come l’Italia sia il paese con le maggiori performance in materia di disoccupazione. Chi si oppone quindi oggi a questi referendum vuole conservare questa realtà.
I sindacati vogliono conservare una situazione che è dannosa per i lavoratori più deboli, come i giovani, le donne e i lavoratori in nero. E sicuramente vogliono garantirsi una grande posizione di rendita e di potere e anche di finanziamenti. Vogliono difendere lo status quo, il contratto collettivo nazionale, e impedire che venga restituita, sul part time, sul tempo determinato e sul lavoro a domicilio, la libertà contrattuale alle parti. Vogliono conservare questo monopolio inefficiente, vetusto, della contrattazione collettiva nazionale. vogliono che nulla avvenga nel mercato del lavoro che non sia da loro controllato. È una posizione legittima ma non si illudano i lavoratori più deboli che i sindacati vogliano fare i loro interessi. I sindacati, infatti, fanno gli interessi dei loro iscritti che sono, per la maggior parte, pensionati, lavoratori del settore pubblico e della grande impresa: oggi loro difendono gli interessi di chi è già garantito. Attraverso i referendum vogliamo creare una situazione di maggiore libertà di condizioni per tutti, anche per quelli che oggi il sindacato non difende.
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