Il dottor Cantone ha oggi ribadito di considerare preferibile un regime di regolamentazione legale della cannabis a un regime criminale, che vende illegalmente, in modo del tutto libero, una sostanza solo formalmente proibita. A Lupi, che accusa Cantone di volere legalizzare sostanze estremamente nocive, non possiamo che ricordare che sono proprio i prodotti illegali e non controllati a essere pericolosi. Dell’hashish e della marijuana che si compra per strada non si conosce ne’ il principio attivo, ne’ la composizione, esattamente come dell’alcol clandestino e avvelenato che circolava ai tempi di Al Capone.
Delle sostanze che si comprerebbero in negozi autorizzati si saprebbe assolutamente tutto, con piena garanzia, e i derivati della cannabis tornerebbero ad essere cio’ che sono: sostanze psicoattive che comportano danni fisici e psichici, in termini di mortalita’ e morbilita’, assolutamente inferiori a quelle di altre sostanze oggi vendute legalmente, a partire da alcol e tabacco. Il fatto che dalla DNA di Roberti fino a Cantone e al Pm Padalino siano sempre piu’ numerosi gli autorevoli magistrati che si sono espressi per la legalizzazione dimostra che questa consapevolezza si va diffondendo e che la legalizzazione non e’ una proposta lassista, ma una alternativa concreta di governo di un fenomeno altrimenti ingovernabile con i soli strumenti della repressione.
Che Lupi e alternativa popolare siano proibizionisti e si oppongano alla legalizzazione della cannabis, del resto, non e’ una notizia. Nessun membro dei gruppi ex Ncd, infatti, ha firmato la proposta di legge cannabislegale dell’intergruppo. Ma siccome si tratta di una proposta di iniziativa parlamentare sostenuta da uno schieramento trasversale che comprende forze parlamentari di sinistra e i Cinque Stelle, non si pone alcun problema di maggioranza di governo. Resta da capire di quale avviso sia il Pd.
Mi auguro, visto che oltre novanta deputati del Pd sono tra i sottoscrittori della proposta di legge, che il gruppo, a cui sarebbe improprio chiedere di schierarsi in quanto tale, consenta che si arrivi ad una discussione e al voto in aula, respingendo al mittente eventuali richieste o minacce degli alleati di governo.
Lasciamo fuori da questo tema governo e maggioranza e lasciamo che il parlamento voti, poi si vedra’ se la maggioranza sara’ per un cambio di regime, che porti fuori dall’illegalita’ mafiosa un mercato che coinvolge sei milioni di italiani e porti miliardi al bilancio dello Stato, oppure se lasciare tutto com’e’ oggi, senza controlli se non quello tetragono della criminalita’ organizzata cui il mercato della cannabis garantisce i piu’ facili utili miliardari.
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