Condivido l’impianto della legge elettorale proposta dal PD, ma trovo sbagliato che restino intatte quantità (ingiustificabili) e modalità (borboniche e criminogene) della raccolta delle firme per la presentazione delle liste e delle candidature.
La legge elettorale proposta dal PD ripropone lo schema del Mattarellum, collegi uninominali e voto di lista su listini al massimo di quattro nomi. Si discuterà – immagino – di soglie e scorpori, ma trovo l’impianto chiaro e giustamente ambizioso. Mettere mano alla legge elettorale senza cambiare nulla sulla raccolta firme sarebbe invece un errore grave.
Su questo penso vadano assolutamente recuperate le indicazioni della bozza Mazziotti sulla semplificazione e trasparenza della raccolta firme, che non favorisca i soli partiti che hanno eletti nelle amministrazioni locali e che possono fungere quindi da autenticatori.
Tutti i grandi partiti (da PD a Forza Italia a M5S) trovandosi a raccogliere firme per elezioni nazionali o locali sono finiti in gravi guai giudiziari. Prevedere 1500 firme a collegio plurinominale, cioè circa 150.000 firme complessive per partecipare ad un’elezione che stabilisce comunque una soglia minima per avere eletti, non solo rappresenta una ingiustificabile barriera all’ingresso nella competizione elettorale, ma con le attuali modalità feudali, finisce per essere un incentivo a ogni sorta di irregolarità, come dimostra la storia recente – lo ripeto – dei grandi partiti.
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