Il dolore dei genitori di Charlie merita un rispetto assoluto. Gli interrogativi bioetici e semplicemente umani che la vicenda solleva con il tragico contrasto tra la volontà dei genitori e la decisione dei medici e dei giudici inglesi che si sono occupati del caso, e che lo hanno fatto in scienza e coscienza, richiedono risposte diverse dai cori da stadio di chi pensa di avere certezze assolute.
La strumentalità degli attacchi di Grillo alla “Ue dei banchieri” lascia invece interdetti per il grado di cinismo e spietato calcolo politico. Lo stesso vale per la definizione di “omicidio legalizzato in Europa” usata dal capogruppo leghista al Senato, Centinaio.
L’Unione Europea, Bruxelles, non ha avuto e nè poteva avere alcuna voce in capitolo su di un tema demandato alle legislazioni dei paesi membri, come ancora è la Gran Bretagna.
La Corte Europea dei diritti dell’uomo, che è organismo diverso e distinto dell’Unione Europea, si è espressa rinviando alle deliberazioni dei tribunali britannici.
Accusare l’UE di aver contribuito ad “ammazzare” Charlie non è un modo onesto per difendere i diritti di un bambino, ma solo un modo osceno di strumentalizzare la discussione pubblica italiana cercando di ingannare gli elettori emotivamente coinvolti dalla vicenda.
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