Nessun Paese chiede 50mila sottoscrizioni – Con Gentiloni si
affrontera’ soluzione decreto
Roma, 3 dic. (AdnKronos) – Una corsa controcorrente e a ostacoli. E’
la sfida di +Europa, la lista che unisce il movimento Forza Europa
fondato da Benedetto Della Vedova e i Radicali italiani e che ha come
tridente di punta lo stesso sottosegretario agli Esteri, Emma Bonino e
il segretario radicale Riccardo Magi. Ma paradossalmente non è la
scommessa contro il (presunto) vento anti-Ue a preoccupare
maggiormente Della Vedova, quanto la regola imposta dal Rosatellum che
impone in via generale la raccolta di cinquantamila firme a
sottoscrizione delle liste dei candidati.
“Non è un problema di +Europa -dice Della Vedova all’Adnkronos- ma di
accessibilità democratica. In generale, non c’è democrazia al mondo
che richieda un numero così esorbitante di firme per presentarsi alle
elezioni. In particolare, poi, non si capisce perché dovremmo
sobbarcarci noi un peso del genere quando altre formazioni, come
l’appena nata Mdp o quel che resta di Scelta civica, sono esentate”.
La soluzione, insomma, sarebbe una norma a modifica della legge
elettorale, con un decreto che intervenga a sanare “questo impedimento
ad un’equa praticabilità del campo elettorale per una lista nuova”.
Un ostacolo che, oltretutto, viene posto in assenza di una definizione
dei collegi e che “comporterebbe di dover procedere alla raccolta in
meno di un mese. Si vede -argomenta- che chi ha lavorato alla legge
elettorale non ha dovuto affrontare certi problemi”. Inoltre, c’è il
timore che il Viminale diffonda i moduli appositi praticamente a
ridosso della scadenza stessa per la presentazione delle liste. “Per
questi motivi, dopo la lettera aperta che gli abbiamo inviato, al
premier Paolo Gentiloni abbiamo chiesto un incontro mirato”. E per una
modifica sul numero delle firme c’è il precedente del 2012.
Della Vedova considera invece ‘”entusiasmante” la
battaglia per presentare agli italiani una piattaforma europeista,
riformatrice, pro-diritti. “Dovremo rispondere con una forza uguale e
contraria -afferma- alla narrazione che vuole l’Europa responsabile
dei nostri mali, ai quali invece siamo noi che non abbiamo posto
rimedio, se si eccettua il periodo del rigore del governo Monti”.
“E ricordo -prosegue- che Monti, dopo un esecutivo che dovette
adottare misure difficili e dolorose, potè contare sul consenso di
circa il 10% di elettori che colsero il senso di quel lavoro”. Per
+Europa, insomma, c’è una fetta di opinione pubblica “che vuole questa
Europa, che avrà pure difetti da riformare, ma che è quella che ha
garantito, nei suoi appena 60 anni di vita, pace, benessere, diritti
ed è un ‘benchmark’ nel mondo”.
All’obiezione che il vento sembra soffiare in senso contrario, Della
Vedova replica deciso: “C’è sicuramente un trend etno-nazionalista che
percorre l’Occidente, dagli Usa all’Europa. Ma va ribadito, al
contrario, che per difendere gli interessi degli italiani non servono,
anzi sono dannosi, il sovranismo alla Salvini, che peraltro liscia il
pelo agli xenofobi europei e ora nega la gravità di quanto accaduto
con l’irruzione di Como, o l’antieuropeismo populista e ambiguo M5S
(con Di Maio che ora cerca di salvarsi in corner condizionando un
referendum sull’Europa alla disponibilità a rivedere i Trattati… Di
fatto, chiede un referendum!).
La campagna di +Europa mirerà, insomma, a evidenziare
che “fare gli interessi degli italiani significa puntare su questa
Europa (sì, anche l’Europa così com’è, anziché lo slogan ‘Europa sì ma
non così’) che è per noi una difesa formidabile sul piano della
sicurezza, del controllo dei migranti, delle frontiere, del lavoro,
dell’ambiente e del commercio internazionale. Ma come fa Salvini a
invocare dazi quando l’export italiano va alla grande? E come si fa a
invocare un’uscita dal concerto europeo quando si vede quello che cosa
e che comporta la Brexit?”.
Della Vedova non risparmia il centrodestra sulle politiche migratorie,
saldando il no allo ius soli della Lega “culturalmente e politicamente
egemone in quello schieramento”, con le scelte all’epoca dei governi
Berlusconi: “Le uniche vere decisioni in materia di quegli esecutivi
furono due sanatorie (che giudico giuste) per un milione di immigrati.
E ora che succede? Che ai figli di quegli immigrati si vorrebbe negare
la cittadinanza?”
“Così come non si vuole il loro contributo -continua- al sistema
previdenziale che, però, secondo la visione del centrodestra dovrebbe
garantire migliori prestazioni per tutti… E così vediamo Salvini che
aderisce alla manifestazione della Cgil. E’ un modo per stare con lo
sguardo rivolto al passato. Ma -conclude- guardare all’Europa che c’è,
quella con la bandiera blu e le 12 stelle dorate significa puntare sul
futuro”.
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