Nella sua intervista di oggi al Corriere, Luigi Di Maio (non) spiega quale sarà la sua posizione sull’Europa e sull’Euro una volta al Governo, dove spera peraltro di andare al più presto.
Il premier in pectore del M5S ribadisce che certo, il referendum verrà indetto, ma che durante il tempo necessario prima del voto si aspetta segnali chiari dall’Europa.
Così, con leggerezza, quasi fosse un tema tra i tanti, non un tema drammaticamente pesante, come dimostrano i tormenti inglesi seguiti alla Brexit e che non accennano a diminuire, diciamo così.
Peraltro, la Brexit ha segnato la crisi terribile dell’UKIP del nazionalista Farage, alleato dei 5stelle a Bruxelles e di cui lo stesso DI Maio pronosticava la presenza a Downing Street.
Se Di Maio ha cambiato idea (anche) sulla moneta unica, lo dica con chiarezza, dica che la sola proposta di referendum per uscire dall’Euro, e quindi dalla UE, sarebbe pericolosissima per l’Italia, faccia marcia indietro, dica che era uno scherzo, si inventi qualcosa ma non tratti con così poca responsabilità un tema decisivo per il futuro dell’Italia e dell’Europa. Forse non trova le parole per dire che solo annunciare il referendum in campagna elettorale farebbe molti danni.
Eppure sarebbe facile, basterebbe dire che si può discutere di politica monetaria, ma che non è l’Euro il problema del nostro paese. E che l’italexit era una battuta e non è più, con o senza referendum, nel programma pentastellato; o no? Forza Europa!
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