Oggi la Camera ha approvato un disegno di legge sulla cannabis terapeutica che nemmeno affronta il tema come si dovrebbe, vale a dire con una apertura vera, sulla base delle esperienze migliori in giro per il mondo. E il testo di legge dell’Intergruppo CannabisLegale non è stato bocciato, ma rimosso. Questa è una sconfitta per l’intergruppo e mia personale, naturalmente, perchè non siamo riusciti a fare quello che volevamo: portare in aula e far votare quel testo sulla legalizzazione. E’ innanzitutto una responsabilità del Pd, diviso al proprio interno e che non ha voluto litigare con i compagni di cordata della coalizione di governo di Ap. Ringrazio chi più ha lavorato per arrivare all’obiettivo di portare in aula il ddl dell’intergruppo: Vittorio Ferraresi del M5s, Daniele Farina di Si e Pippo Civati di Possibile. Il Pd, che pure aveva Giachetti come primo firmatario, ha scelto di non rischiare e ha perso un’occasione. Quello della legalizzazione è un tema popolare, su cui gli italiani si esprimono in maggioranza a favore. Ed è proprio questo che dobbiamo capitalizzare di questa esperienza: nella discussione pubblica il tema della legalizzazione della cannabis è entrato con una forza che non aveva mai avuto fino ad oggi. Hanno vinto i proibizionisti e tutto resterà uguale: soldi alle mafie, nessun controllo sulle sostanze, giudici e carceri impegnati a reprimere e rieducare ‘criminali’ che fanno uso di cannabis, risorse sottratte al bilancio pubblico che in tempi di manovra sappiamo cosa vuol dire. Abbiamo perso una battaglia parlamentare, ma abbiamo segnato punti irreversibili nella discussione: gli italiani sono pronti. Potevamo arrivare prima di altri paesi come Canada e Stati Uniti, però credo che tutti dobbiamo avere la consapevolezza che sulla legalizzazione della cannabis è stata persa una battaglia ma che si deve continuare a lottare per vincere la guerra e arrivare alla piena legalizzazione.
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