L’Italia che vuole stare in Europa da protagonista non può tornare alle politiche che l’hanno zavorrata negli ultimi due decenni in termini di competitività, produttività e stabilità finanziaria. Così come non possiamo sottovalutare i recenti risultati positivi sul fronte della crescita e dell’occupazione, insufficienti, certo, ma importanti e ottenuti senza sbandare sui conti e facendo riforme.
Mdp, Lega Nord, Forza Italia e M5S propongono invece lo stesso pacchetto economico: rottamare il Jobs act e la riforma Fornero.
Indietro tutta dunque, per tornare a un mercato del lavoro discriminatorio e duale che fa fuggire gli investitori e per ripristinare un sistema previdenziale iniquo, a carico dei giovani.
Anche da qui passa la sfida delle prossime elezioni: stare in piazza con la Camusso, Berlusconi, Salvini, Speranza e Di Maio oppure difendere un serio programma europeo di riforme economiche e sociali che consenta di accelerare la messa in sicurezza dei conti pubblici e di non perdere l’attuale aggancio alla crescita dell’area euro.
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