Salvini e Di Maio oggi annunciano che si adegueranno agli impegni presi e terranno i conti (quasi) in ordine. E per farlo, al di là della propaganda, non potranno che rinunciare, per il momento, alle misure scassaconti come la cancellazione della legge Fornero, il reddito di cittadinanza o la flat tax al 15%. Un sospiro di sollievo per i pensionati e i risparmiatori e poi per le banche e le imprese. La sfida sul deficit non sarebbe una sfida alla Ue, ma al buon senso dei mercati che rappresentano ormai meglio di alcuni dottor Stranamore della maggioranza l’interesse dei contribuenti e dei risparmiatori italiani ad avere conti pubblici in ordine.
Il fantomatico ‘Cambiamento’ non sarà subito, dicono Salvini e Di Maio, ma domani, e poi dopodomani. Il populismo a targhe alterne dell’esecutivo, che oggi si nasconde dietro la maschera di un finto senso di responsabilità, politicamente non riduce affatto il rischio di una maggioranza che miete consensi promettendo l’impossibile. Non potendo infatti mantenere alcuna delle promesse, se non a prezzo del default finanziario dell’Italia, ricomincerà ad addossare la colpa a fattori esterni, in primo luogo l’Unione europea e ai vincoli finanziari. Oggi il governo prende tempo per non farsi travolgere dalla tempesta dello spread. Ma – conclude Della Vedova – non cambia una politica da avventurieri irresponsabili promessa in campagna elettorale che riprenderà il sopravvento alle prime difficoltà.
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