(AGI) – Roma, 14 apr. – Le ragioni del Si’ al referendum sulle trivelle “sono state imposte da un ambientalismo ideologico, ipocrita e manicheo”. Lo ha detto il sottosegretario agli Affari Esteri, Benedetto della Vedova, nel corso di una conferenza stampa alla Camera organizzata dal Laboratorio Libdem.
“Io sono un referendario non pentito, e quindi al referendum sulle trivelle votero’ No – ha spiegato l’esponente di governo – Capisco, pero’, che sia comprensibile chiedere l’astensione perche’ oggi le regole del gioco sono queste: o si vota Si’ o ci si astiene. E queste sono regole che ci hanno imposto da destra, da sinistra, dal centro, dai sindacati, e dalla Chiesa cattolica. Quindi e’ chiaro che chi si oppone al quesito ha legittimamente la facolta’ di chiedere l’astensione”, e su questo “le parole del presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, sono state chiarissime”. Nel corso della conferenza stampa, e’ stato sottolineato come, diversamente dalla tesi prevalente, l’Italia non e’ un Paese povero di idrocarburi. Nel contesto europeo, secondo i dati del Laboratorio Libdem, il nostro Paese occupa il terzo posto per riserve di petrolio dopo Norvegia e Regno Unito, ed e’ il quarto produttore, dopo le prime due e Danimarca. Per il gas, invece, l’Italia si attesta in quarta posizione per riserve e in sesta per produzione. “L’Italia e’ campione di nuove tecnologie con elevati standard ambientali”, ha spiegato Della Vedova – Abbiamo riconosciuta, per esempio, l’eccellenza Eni per la piattaforma Goliat, inaugurata al largo della Norvegia”, il primo giacimento a olio a entrare in produzione nel Mare di Barents, costruito con le piu’ avanzate tecnologie tecnico-ambientali. Ed e’ proprio sulla sicurezza e sulla crescita economica che si sofferma Della Vedova: “il referendum va respinto guardando pero’ al futuro”, perche’ il problema “non e’ l’esito del voto di domenica, ma quello di riprendere subito il filo della politica energetica nazionale tenendo presente la sicurezza e la crescita del Paese”.
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