I proibizionisti riuniti oggi a convegno avrebbero dovuto spiegare le ragioni del completo e certificato fallimento della loro politica repressiva sulla cannabis negli ultimi quarant’anni. Si sono invece preoccupati di darsi un alibi, e le loro parole suonano come un’ammissione di sconfitta.
Denunciano che le mafie del narcotraffico prosperano, che le sostanze in commercio non hanno nessun controllo, che l’Europa è diventata una piattaforma di libera circolazione delle droghe proibite.
Tutto vero. Nella sostanza, confermano che la vera droga ‘libera’ è la droga proibita.
Quanto al procuratore Gratteri, non ci ha detto quali siano le fonti che lo portano a dire che il business della cannabis sia marginale per le narcomafie, mentre la letteratura scientifica e le relazioni ufficiali delle istituzioni pubbliche, dalla Direzione Nazionale Antidroga alla Direzione Nazionale dei servizi antidroga, testimoniano il contrario.
La legalizzazione arriverà presto, prima di quanto loro pensano, per una questione di ragionevolezza. Gli unici a dolersene saranno i criminali.
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