Beppe Grillo sembra voler prendere le distanze dal voto espresso dai deputati M5S sul testamento biologico, una legge di civiltà che non impone nulla a nessuno ma riconosce a tutti il diritto – secondo Costituzione – di decidere a quali terapie essere sottoposti e che è passata alla Camera con il contributo, positivo e decisivo, dei pentastellati. Non so quale calcolo egli faccia e a chi, all’interno o all’esterno, intenda mandare un ambiguo messaggio di dissociazione. Vedo però che non ha trovato di meglio per smarcarsi che attaccare i radicali: “la loro ideologia è la fine”.
Al fondo, a mio avviso, c’è il bisogno di esorcizzare il fatto che è nelle istituzioni e nell’accordo politico con gli altri che si danno risposte “ai cittadini”. Proprio qui c’è una differenza di fondo tra la cultura e la prassi politica radicale e liberale di Pannella e il Movimento di Grillo. I Radicali credono allo stato di diritto e alle Costituzioni liberal-democratiche come migliore presidio di libertà per tutti.
La nonviolenza pannelliana non è mai stata ‘contro le istituzioni’ bensì volta a che le istituzioni rispettassero la loro propria legalità. Inoltre, i Radicali hanno da sempre considerato l’apertura e l’integrazione internazionale un elemento decisivo per promuovere diritto e diritti anche in patria. Il M5S invece ha scelto di cavalcare e promuovere la furia anti-istituzionale ‘a prescindere’, la stessa che nel secolo scorso ha spesso aperto la via ai regimi antidemocratici.
È dunque imbarazzato a riconoscere che nelle istituzioni ci si può ritrovare a votare con gli avversari politici per prendere decisioni che influiscano positivamente sulla vita di tutti; che la normalità della dialettica parlamentare può dare risultati. Inoltre, i pentastellati per alimentare la propria visione apocalittica devono raccontare un’Italia che per salvarsi deve chiudersi: all’Europa, alla Nato… e alla scienza.
Chiudersi e rinchiudersi in una decrescita e in un isolamento che non sarà mai felice; e al massimo ammirare qualche uomo forte di un regime autoritario. Grillo in fondo ha ragione. La visione aperta, liberale ed europeista dei radicali – onesti senza bisogno di sbandierarlo – e quella chiusa e apocalittica del suo movimento sono alternative. Ma se nel frattempo ci si batte insieme in Parlamento per più libertà, impegnandosi in battaglie che sono state storicamente radicali non si fa un soldo di danno.
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