Anche oggi, in un’intervista a la Repubblica, il Procuratore Capo della Direzione Nazionale Antimafia, Franco Roberti, ha ribadito che la legalizzazione della cannabis toglierebbe tre milioni di consumatori italiani dall’illegalità e libererebbe risorse per la lotta al crimine più pericoloso. Come si sta facendo in Canada, ad esempio, e si fa da qualche anno in alcuni Stati Usa, con vantaggi rilevanti anche per il bilancio pubblico.
Mi auguro che il PD colga questo richiamo e consenta finalmente la discussione della proposta di legge depositata da due anni alla Camera e sottoscritta anche da molti parlamentari democratici e da quasi tutti i deputati del principale partito di opposizione, il M5S.
In questi giorni, abbiamo assistito allo scontro sulla legittima difesa, come risposta a un’emergenza rapine che le statistiche ci dicono non esserci, ancorché vi siano naturalmente casi drammatici ed eclatanti. In termini di sicurezza e legalità, la lotta a criminalità organizzata e terrorismo deve però mantenere una priorità assoluta, organizzativa e politica.
E la legalizzazione della cannabis, come conferma Roberti, rientra perfettamente in questa strategia e ha oggettive e superiori ragioni di urgenza, visti la crescente mole di profitti legati al traffico di hashish e marijuana e il potere di condizionamento che le organizzazioni criminali esercitano sulla società e sull’economia legale.
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