Quando nel febbraio scorso con Forza Europa lanciammo l’obiettivo di un’aggregazione elettorale europeista, il Partito Democratico rivendicava orgogliosamente la propria autosufficienza e la vittoria di Macron in Francia era ancora al di là da venire. A distanza di quasi un anno, grazie al concorso di molti attivisti europeisti di diversa estrazione e all’impegno di Emma Bonino – e dopo che il congresso di Radicali Italiani ha approvato una mozione in cui si dà mandato agli organi dirigenti “di lavorare, insieme ai promotori di Forza Europa, alla presentazione di una lista connotata dall’obiettivo prioritario del federalismo europeo” – la presenza di questa offerta politica ed elettorale è sempre più concretamente possibile. Il PD sembra giudicare l’alleanza con essa importante per le sorti delle coalizione che dovrà sfidare i ‘gemelli diversi’ del nazionalismo antieuropeo: quello grillino e quello forza-leghista.
Nei prossimi giorni con Emma Bonino e con il segretario di RI Riccardo Magi incontreremo il segretario del PD Matteo Renzi, per verificare le condizioni di un’alleanza che personalmente considero un obiettivo possibile e auspicabile. Siamo sempre stati e saremo espliciti. Anzitutto, una retorica corriva con le presunte colpe dell’Europa, per un Paese che deve le proprie difficoltà interamente (ripeto: interamente) a responsabilità domestiche, rende più difficile resistere alla propaganda nazionalista, protezionista e xenofoba che spaccia l’isolamento economico e politico dell’Italia come garanzia di ‘salvezza’. Con il PD spesso ci sono convergenze importanti (come è accaduto con il Jobs Act, le unioni civili arrivate grazie alla determinazione di Renzi e le pur timide liberalizzazioni), ma ci sono anche posizioni diverse: il rigore nei conti pubblici lo dobbiamo ai nostri figli, non ai supposti “burocrati di Bruxelles”; sul sistema pensionistico fa un torto ai più giovani quella sinistra PD che insegue la retorica anti-Fornero; sui migranti consideriamo imprescindibile il superamento della legge Bossi-Fini, a partire dalla proposta Ero straniero – L’umanità che fa bene; sulla legalizzazione della cannabis si è persa un’occasione storica; su temi come il testamento biologico e lo ius soli temperato bisogna fare uno sforzo in questo fine legislatura perché non si arenino. Le divergenze ci sono e, in buona parte, resteranno: del resto, e in ogni caso, è su quelle differenze che vogliamo chiedere il voto per la lista europeista e non per altri. Ma di fronte al rischio che l’Italia diventi il solo grande stato dell’Ue con una maggioranza parlamentare sovranista e antieuropea, abbiamo la responsabilità di dialogare e cercare le condizioni per una coalizione con quanti ritengono che l’Europa sia nei fatti la soluzione e non il problema. Noi ne siamo profondamente consapevoli, auspichiamo che lo sia anche il PD.
La politica più positiva per gli italiani non si fa contro l’Unione Europea ma dentro la Ue, partecipando alla costruzione di veri schieramenti politici continentali. #ForzaEuropa!
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