Il fatto che dopo l’attentato terroristico di Macerata, Berlusconi pronunci parole identiche a quelle dell’alleato Salvini, proponendo di espellere 600 mila stranieri, dimostra che il gioco delle parti tra il Cavaliere ‘moderato’ e il Salvini ‘estremista’ è una pura finzione. Forza Italia non è l’argine, ma il Cavallo di Troia con cui la xenofobia politica rischia di entrare dal portone di Palazzo Chigi al vertice delle istituzioni.
Berlusconi, peraltro, dovrebbe sapere che il fenomeno dell’immigrazione in Italia è in larga misura regolato dalle leggi approvate dalle sue maggioranze, a partire dalla Bossi-Fini, e che la difficoltà che incontrano le politiche di controllo e integrazione degli immigrati e una gestione intelligente dei flussi dipendono dalle scelte che lui, e non gli ultimi governi, hanno compiuto su questa materia.
Peraltro, quando Berlusconi, da capo del governo, si trovò ad affrontare il problema di una presenza crescente di irregolari, non procedette ad espulsioni di massa, ma in due tornate (nel 2002 e nel 2009) alla più grande sanatoria di (direbbe lui) ‘clandestini’, che coinvolse un milione di persone.
Che adesso proponga di buttare fuori dall’Italia 600 mila immigrati è irrealistico sul piano pratico e sinistro sul piano ideologico.
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