Discussione del Parlamento europeo, seduta di martedì 18 gennaio 2000.
Signor Presidente, signor Commissario, onorevoli colleghi, noi esprimiamo un giudizio sostanzialmente positivo sul Libro bianco della Commissione sulla concorrenza, in particolare per quanto riguarda l’abolizione del sistema di notifica e autorizzazione, ma abbiamo anche qualche perplessità, anzi più di una.
Innanzitutto vi è il rischio che il decentramento delle competenze a livello di singoli Stati, per molti aspetti necessario, provochi un’espansione abnorme delle iniziative sulla concorrenza e che qualcuno sia tentato di utilizzare l’antitrust non come garanzia di ultima istanza del buono e prevedibile funzionamento dei mercati, bensì come strumento di politica economica e industriale, di pianificazione e di interferenza con le spontanee dinamiche dei mercati stessi o magari come strumento di politiche protezioniste. A tale riguardo credo ci debbano aiutare gli scritti di von Eieck e sicuramente anche quelli di un grande liberale italiano come Bruno Leoni che ammoniva proprio contro i rischi di un’espansione abnorme delle politiche anticoncorrenziali.
I più gravi pregiudizi al mercato, alla concorrenza e alla libertà di scelta degli utenti e dei consumatori europei sono ancora oggi da addebitare all’ingerenza statale nell’economia. Ci sono gli aiuti di stato alle imprese, ne abbiamo parlato, c’è ancora una forte presenza pubblica nell’economia – si pensi che il Tesoro italiano controlla il 15 per cento della capitalizzazione di borsa – ci sono gli ostacoli che governi e banche centrali frappongono all’operazione di merger and acquisition; s’è parlato spesso in queste settimane del caso Vodafone-Mannesmann e del salvataggio della Osman.
Infine, signor Commissario, non possiamo dimenticarci che vi sono ancora ampi settori economici saldamente in mani pubbliche, a partire dalle televisioni di Stato, finanziate obbligatoriamente dai contribuenti, e dalle poste per arrivare ad alcuni regimi assicurativi obbligatori, ivi compresi quello sanitario e previdenziale, gestiti da monopoli pubblici inefficienti che non lasciano scampo agli utenti se non a quelli facoltosi.
Signor Commissario, so benissimo quali siano i vincoli dei Trattati ma credo che anche in questa occasione sia importante ribadire che l’economia europea soffre nella competizione con quella americana, anche e soprattutto per mancanza di aperture e di concorrenza. Ciò che si sta facendo probabilmente è molto importante ma è ancora insufficiente.
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