“A mio avviso la legge Severino, votata dieci mesi fa anche dal Pdl, andra’ applicata. Non ci si deve infilare da azzeccagarbugli, da avvocati e magistrati, i semplici legislatori pro tempore devono semplicemente decidere sulla base di una norma che a me sembra piuttosto chiara. Non va sottovalutata la portata di questa vicenda, ma non si puo’ pensare di usare l’applicazione della legge Severino per risolvere questioni politiche piu’ ampie ed eccezionali”. Cosi’ Benedetto Della Vedova senatore di Scelta Civica e membro della Giunta delle elezioni risponde a Radio24.
Rispondendo a chi gli chiedeva cosa votera’, Della Vedova afferma: “Ascoltero’ la relazione di Augello, ma la legge Severino e’ chiara, per quel caso prevede che, in caso di quel tipo di condanna, scatti l’incompatibilita’ dalla carica di senatore. La giunta non e’ un tribunale, non e’ un quarto grado di giudizio”. Il senatore Sc, quindi rifiuta “la logica di un voto politico, ma l’impatto politico va affrontato in altra sede, non voteremo a favore o contro Silvio Berlusconi, voteremo su quello che prevede la legge Severino. A me, sembra che il caso Berlusconi sia uno di quei casi in cui va applicata”. “Non penso – ha spiegato Della Vedova – che la legge Severino sia anticostituzionale altrimenti non l’avrei votata, non l’ho votata a mia insaputa, come gli altri parlamentari che l’hanno votata. Abbiamo votato la legge anticorruzione con una certa convinzione, adesso non si capisce proceduralmente come il Parlamento possa votare una legge e poi sollevare dubbi sull’incostituzionalita’”. Invece, conclude il senatore, “si e’ molto parlato di un’ipotesi di grazia, non so se e’ praticabile, ma e’ altro. Si tratta di affrontare con strumenti eccezionali una situazione eccezionale”.
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