(AGI) – Roma, 2 mar. – Sulla cannabis non basta la depenalizzazione di fatto, serve la legalizzazione. Ne e’ convinto il senatore e sottosegretario agli Esteri, Benedetto Della Vedova. Commentando le parole del Procuratore Nazionale Antimafia, Franco Roberti, pronunciate durante la presentazione al Parlamento della relazione annuale della DNA, Della Vedova scrive su Facebook: “E’ comprensibile, dal suo punto di vista, la depenalizzazione de facto della cannabis evocata dal procuratore Roberti, cioe’ un criterio di priorita’ nell’attivita’ repressiva e giudiziaria che non obblighi poliziotti e magistrati a occuparsi di ‘ladri di merendine’, quali – secondo la definizione del Procuratore Nazionale Antimafia – sarebbero i trafficanti di cannabis rispetto a quelli di eroina e cocaina, cioe’ di sostanze che comportano, sia sul lato della domanda che dell’offerta, fenomeni piu’ allarmanti dal punto di vista sanitario e criminale.
Non e’ pero’ questo un punto di vista accettabile per il legislatore, che ha il dovere – sottolinea Della Vedova – di depenalizzare e regolamentare un mercato, come quello della cannabis, che ormai tutti ritengono impossibile o non prioritario reprimere e molti pensano utile legalizzare, sia per liberare risorse nell’azione repressiva delle droghe piu’ pericolose, sia per non inseguire milioni di consumatori non problematici e perfettamente integrati nella vita sociale, sia per ricavare dal mercato legalizzato un gettito di dimensioni ragguardevoli utile, ad esempio, a finanziare tagli delle imposte”. “Quindi, per quanto mi riguarda, all’esortazione di Roberti, che fa eco a quello della stessa DNA dello scorso anno, bisogna rispondere rafforzando l’impegno per discutere quanto prima alla Camera il disegno di legge per la legalizzazione della cannabis, oggi sottoscritto da oltre 290 tra deputati e senatori”, conclude Della Vedova.
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