Il Parlamento Europeo ha approvato il #Ceta, l’accordo commerciale tra Unione Europea e Canada, che condividono gli stessi valori di libertà, democrazia e stato di diritto.
I profeti del mondo chiuso, come Salvini, Meloni, Movimento 5 Stelle e ultrasinistra, si sono subito scagliati contro l’accordo in nome del protezionismo sovranista.
Il Ceta, dicono, andrebbe contro l’interesse dei popoli e avvantaggerebbe le multinazionali: sbagliano.
Le multinazionali già commerciano come vogliono, naturalmente, e dopo l’accordo lo dovranno fare rispettando le regole condivise tra UE e Canada.
Gli standard sanitari e ambientali, così come quelli sul lavoro, non verranno in alcun modo abbassati (e credo chiunque abbia visitato Vancouver, Toronto o Montreal si sia fatto l’idea di un livello di attenzione ai diritti dei consumatori non inferiore, per beni e servizi, a quello di Roma o Milano).
Per i nostri piccoli produttori del Made in Italy, invece, si aprirà un nuovo mercato grazie alla garanzia di regole condivise e la caduta di barriere tariffarie e non, spesso insuperabili per aziende medio piccole.
Nell’agroalimentare, poi, vi sarà il riconoscimento di molte indicazioni geografiche protette: lasciatemi dire da valtellinese che, ad esempio, la bresaola da oggi è un prodotto tipico la cui vendita in Canada è tutelata contro imitazioni e contraffazioni.
Questo, ed altro, è il Ceta: un passo in avanti a difesa delle aziende del Made in Italy, che si scrive in inglese perché la sfida è vendere nel mondo, non in padania.
Il resto è propaganda di chi in Italia, dopo quasi un secolo, vorrebbe tornare all’autarchia.
Forza Europa!
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