Non so quali altri punti conterrà il programma elettorale del M5s, ma quello illustrato oggi sarà non ‘il più importante’, ma l’unico punto importante e decisivo per il futuro dell’Italia.
Di Maio ha infatti preannunciato un referendum sull’uscita dell’Italia dall’Euro.
L’iter è stato chiarito: legge costituzionale per un referendum consultivo sulla permanenza nella moneta unica, esattamente come accadde nel 1989 con la richiesta agli elettori circa l’opportunità di procedere ad una maggiore integrazione nel passaggio da Comunità ad Unione Europea.
Allora, la legge costituzionale per indire il referendum passò all’unanimità; ora, a bocce ferme e dopo elezioni con sistema proporzionale, passerebbe a maggioranza semplice con il voto di M5S, Lega, FdI e magari un pezzo di sinistra antagonista e di Forza Italia.
Perché una cosa è chiara: ad oggi non è prevedibile dopo le elezioni una maggioranza per un governo, ma è prevedibilissima la maggioranza per il referendum contro l’Euro.
Non essendoci la maggioranza qualificata, la legge per indire la consultazione popolare sull’Euro dovrà superare l’inevitabile referendum ai sensi dell’articolo 138 della Costituzione.
Ovvio che già quel primo referendum, senza nemmeno bisogno di aspettare quello effettivo, sarà per tutti già quello per l’uscita dall’Euro.
I danni che si produrrebbero con la conseguente fuga di capitali dal nostro paese e crescita degli interessi sul debito sono facilmente calcolabili, cioè incalcolabili.
Con la conferenza stampa del M5S di oggi, e la manifestazione leghista di ieri a Montecitorio, insomma è partito il countdown per l’Italexit. Bisogna interromperlo prima possibile, reagendo, rivendicando e spiegando che il futuro migliore del nostro Paese è nell’Euro e nella Unione Europea, che rappresenta il più serio antidoto alla rovina dell’Italia.
ForzaEuropa!
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