E’ paradossale che la proposta di legge per la legalizzazione della cannabis, sottoscritta da 221 deputati, arrivi in aula alla Camera con un testo sfigurato, da cui è stato interamente stralciato il contenuto principale e in cui è residuata qualche norma in materia di cannabis terapeutica.
Visto che la discussione era difficile e molte forze politiche avrebbero finito per dividersi, per evitare le divisioni si è abolita la discussione. Da qui le dimissioni dell’onorevole Daniele Farina come relatore del provvedimento.
Ma rifiutarsi di affrontare il tema della legalizzazione della cannabis, come di fatto ha scelto il PD, significa assumere una posizione a favore dello status quo proibizionista.
Io continuo a pensare che questo sia un errore, perché l’Italia avrebbe potuto trarre insegnamento dall’esempio di molti Stati americani, e sia anche controproducente per chi ha pensato di ‘regalare’ l’antiproibizionismo alla sinistra-sinistra o al M5S.
In aula si dovrà comunque votare sugli emendamenti che riproducono integralmente il testo stralciato dalla relatrice.
Quindi ci sarà almeno un elemento di chiarezza sulle scelte di tutti i partiti e dei singoli parlamentari.
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