Occuparsi di quello che sta succedendo all’Unione europea è uno dei temi più importanti perchè nella campagna elettorale che di fatto è già cominciata c’è un confronto tra opzioni politiche molto distinte.
Da un lato c’è chi pensa che la competitività italiana e la crescita si debbano giocare in una chiave protezionista e antieuropea, come sta facendo Di Maio, che dice che se l’Ue non gli darà ascolto farà il referendum sull’euro, e come stanno facendo Salvini e Berlusconi, il quale a Ischia, nel suo “Albero della Libertà”, è tornato a parlare di meno Europa e doppia moneta.
Dall’altro lato c’è l’area Renzi-Gentiloni che, seppur con molte contraddizioni, a partire dalla posizione sul fiscal compact, continua a scommettere sull’Unione europea, da difendere e di cui rivendicare i successi.
A proposito di Kurz, spero di essere smentito, ma anche del Popolare Orban si diceva che era un argine agli estremisti, finchè poi non c’è stata una sovrapposizione con l’agenda degli etnonazionalisti, non solo sui migranti ma anche sull’economia.
Per un Paese come l’Italia, dove l’export è il segmento più vitale, pensare di tornare alla sovranità nazionale è una pura illusione: l’unica sovranità a cui possiamo aspirare è quella condivisa.
Abbiamo dunque il compito di mettere in piedi un’offerta politica rivolta a chi nel nostro Paese riconosce che il vero interesse italiano è in Europa, dove dobbiamo stare da protagonisti e non da antagonisti.
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