Il centrodestra ha scelto nei fatti il suo programma: è l’agenda Salvini.
No allo ius soli, ma anche no al biotestamento, contro cui si è duramente scagliato il segretario della Lega ieri, ripreso dal capogruppo alla Camera di Forza Italia, Renato Brunetta, oggi.
No alle liberalizzazioni. No ai trattati commerciali della UE, in nome di un protezionismo autarchico autolesionistico per il paese del Made in Italy.
Sì invece alla piazza della CGIL per una controriforma delle pensioni.
Sull’Europa e sull’euro il segretario della Lega ha già ottenuto l’impegno solenne di Silvio Berlusconi alla doppia moneta. Oggi l‘egemonia culturale nel centrodestra è della Lega, all’insegna della chiusura nazionalista, programmaticamente non liberale e non moderata. Una scelta netta, che ricalca quella dei nazionalisti e lepenisti antieuropei.
Una sfida che va raccolta con un’agenda radicalmente alternativa, aperta sui diritti, sull’economia e sui migranti. Un’agenda che, per il futuro migliore dell’Italia, non prevede la guerra all’UE ma, al contrario, +Europa!
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