Alle prossime elezioni politiche italiane lo scontro sulla UE sarà decisivo per il nostro Paese ma anche per la stessa Europa. I neonazionalisti, dopo la campagna per le amministrative, sono pronti a ripartire sul piano nazionale con l’attacco demagogico all’Euro e all’Ue come capri espiatori per i problemi economici e migratori.
L’esito delle comunali ha visto l’affermazione di un centrodestra a trazione Salvini e Meloni con il sostegno del Berlusconi della doppia moneta, oltreché editore delle testate stampate e televisive più violente contro Bruxelles. Il partito anti Euro e anti Europa si ingrossa dunque sempre più, sospinto anche da Grillo e Di Maio, alleati dell’Ukip al Parlamento europeo, con il loro referendum per uscire dalla moneta unica, e dalla sinistra alla Fassina e quella contro ogni disciplina di bilancio.
Solo rivendicando come nostra l’Europa che c’è, anche in Italia, avremo un ruolo tra chi cercherà di farla ancora migliore, più coesa ed efficace sulla difesa, sulle migrazioni, sul mercato e la crescita, sul diritto e sui diritti. Noi lavoriamo in questa direzione. Agli anti europeisti va contrapposta una agenda alternativa, senza indulgenze demagogiche, terreno dove sono imbattibili.
Quando alla fine del 2016, abbiamo deciso di lanciare Forza Europa, molti, anche europeisti, ci hanno preso un po’ per matti. Oggi meno.
Guardando i principali quotidiani di questi giorni, si potrebbe anzi sostenere che l’Europa ha ripreso il suo posto, centrale e positivo, nella discussione pubblica e politica italiana. Bene.
È accaduto, da una parte, che chi aveva vinto mettendo l’Europa nel mirino, giocando cinicamente demagogicamente contro di essa, come i brexiteers, non sa oggi come mantenere la promessa di sorti magnifiche e progressive fuori dall’Unione; dall’altra, chi ha messo coraggiosamente la difesa e l’approfondimento della UE al centro della propria strategia elettorale contro i nazionalisti antieuropei, come Macron, ha vinto per KO.
C’è di che riflettere.
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