A quanti sostengono che l’approvazione della legge sullo #iussoli rappresenterebbe un cedimento o un incentivo alla minaccia terrorista dobbiamo rispondere con chiarezza: abbiamo il dovere di difendere i diritti dei giovani di origine straniera nati o cresciuti in Italia per le stesse identiche ragioni per cui abbiamo l’obbligo di difendere le libertà civili e politiche del nostro Paese e la sicurezza dei suoi cittadini da quanti – di qualunque etnia, di qualunque religione, a qualunque titolo – attentano selvaggiamente alla vita di cittadini inermi.
Il compito più alto delle istituzioni è la tutela dei diritti umani contro ogni forma di violenza e di discriminazione. Ha fatto dunque benissimo il Presidente Gentiloni a ricordare oggi che la legge sulla cittadinanza è l’altra faccia delle politiche per la sicurezza.
Se interrompessimo, per l’ennesima volta, un accidentato percorso legislativo per il riconoscimento della cittadinanza a centinaia di migliaia di giovani, faremmo un riconoscimento paradossale a quelle poche centinaia di terroristi che in Italia e in Europa minacciano e realizzano attentati suicidi, attribuendo loro la rappresentanza dei milioni di cittadini e residenti di religione islamica, che non è semplicemente intollerabile, ma autolesionistico qualificare come potenziali assassini. Abbiamo tutto il tempo per completare l’iter del provvedimento al Senato.
Se poi le forze politiche che alla Camera hanno votato la legge decidessero di bocciarla al Senato, sarebbe comunque un contributo di chiarezza su un tema decisivo dal punto di vista politico e civile. Non è il momento delle ambiguità, né delle ipocrisie.
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