Joseph Daul sul Messaggero di oggi si augura la vittoria di Forza Italia e del centrodestra, in chiave pro-Ue. Nulla di strano essendo Daul presidente del PPE, di cui Forza Italia fa parte: la stonatura è farlo in nome dell’Europa.
Il PPE non è più un raggruppamento di soli partiti europeisti. E’ anzi la culla di un nuovo antieuropeismo: ne fanno parte leader come l’ungherese Orban, che rivendicano il loro progetto “illiberal democracy” contro Bruxelles, e come Kurz, che ha spalancato le porte del governo austriaco all’estrema destra nazionalista di Strache. Per questo l’endorsement di Daul non è (più) una buona patente di europeismo.
Per quanto riguarda la Lega, voglio dire a Daul che il suo giudizio rassicurante è frutto di disinformazione e, soprattutto, un torto alla forza e alla determinazione di Salvini. Se Daul ascoltasse i proclami antieuropei del leader leghista e conoscesse i candidati di punta della Lega, da sempre antieuro, dovrebbe arrendersi alla semplice considerazione che Forza Italia non potrà essere un ‘argine’ all’antieuropeismo di Salvini, ma che sta diventando il Cavallo di Troia per portare dentro il Governo italiano gli etnonazionalisti anti-Ue.
Il voto autenticamente europeista e liberale è quello a Più Europa con Emma Bonino.
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