Sempre più premier in pectore, Luigi Di Maio torna sul referendum sull’euro. Bene, la notizia è una sola: se vincono i 5 Stelle il referendum per uscire dall’euro verrà indetto.
La furba strategia di Di Maio prevede che, nell’anno e mezzo che servirà per indire la consultazione, il Governo italiano da lui presieduto tratti la resa di Bruxelles con il cambio di paradigma e la fine del 3% di rapporto deficit/pil; quindi, a quel punto, dopo la presunta capitolazione della Commissione e dei paesi più attenti alla disciplina di bilancio, l’Italia potrebbe infine rinunciare al referendum.
Quella che Di Maio indica come una strategia per l’Italia diventerebbe un incubo, con i mercati che punirebbero duramente il nostro paese appena annunciata l’indizione del referendum: la strategia di usarlo come arma di contrattazione con Bruxelles, infatti, è totalmente irresponsabile, come mostra il caso della Brexit, dove la consultazione per tacitare il nazionalista Farage, sodale politico dei 5 Stelle al parlamento europeo, è poi sfuggita di mano ai conservatori britannici con i guasti che si conoscono. Insomma, Di Maio non arretra sul referendum sull’euro e la sua strategia, certamente spalleggiata da Salvini e Meloni, sarebbe un colpo letale all’Italia.
Per questo bisogna evitare qualsiasi cedimento strumentale all’antieuropeismo e rilanciare su una proposta alternativa a quella di coloro che usano la UE come capro espiatorio al servizio dei loro disegni neonazionalisti.
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