Il presidente dell’Inps Boeri non va coinvolto nella lotta politica, ma non gli si può chiedere, come fanno i leghisti e quanti si trovano in disaccordo con le sue idee, di tacere la realtà evidente del mondo del lavoro e della previdenza, che egli con competenza e misura ha evidenziato anche oggi.
La fotografia di Boeri rappresenta le cose come sono, non come i ‘sovranisti etnici’ vorrebbero che fossero. Punto. Il resto è cinica propaganda sulla pelle sia degli stranieri che degli italiani, a partire dai futuri pensionati.
Senza immigrati l’economia italiana non sarebbe in ripresa e senza immigrati i conti dell’Inps andrebbero in sofferenza e mancherebbero le risorse per pagare di qui in poi le pensioni degli italiani. La struttura della popolazione di un Paese è un fattore fondamentale del suo dinamismo economico e della sostenibilità dei suoi conti pubblici. Un’Italia che aggravasse il suo tasso di dipendenza demografica sarebbe destinata al declino e al default finanziario.
Anche per i rifugiati il punto dovrebbe essere esattamente questo: abbandonare il falso argomento dei pull factor e, mentre ci si occupa dei push factor e di come stroncare i flussi irregolari gestiti dalla criminalità, anche aprendo canali legali, creare le condizioni per consentire a quanti sono arrivati negli ultimi semestri di lavorare regolarmente fino a che resteranno in Italia. E sappiamo che questo non ‘porterebbe via il lavoro agli italiani’, ma rafforzerebbe l’economia e le prospettive di crescita, anche dal punto di vista occupazionale.
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